Esteticamente bello, l’inginocchiatoio si presenta come un mobile di solito in legno, caratterizzato da una struttura semplice e funzionale, con imbottiture confortevoli nella parte inferiore e se previsto anche in alto, spesso impreziosita da intagli e decorazioni che richiamano simboli religiosi. La parte superiore è rivestita di un cuscino morbido e confortevole, con la possibilità di poggiare i gomiti ed avere opzionalmente un cassetto a giorno per riporre foglietti liturgici o testi sacri, mentre la parte più bassa offre un morbido cuscino solitamente in forma rettangolare per poter poggiare le gambe riducendo l’affaticamento ed assumere la posizione inginocchiata invitando alla preghiera metodica e al raccoglimento. L’inginocchiatoio può essere collocato in ambienti sacri come chiese e cappelle, ma anche in luoghi privati, come la propria casa, per creare uno spazio di preghiera personale.
Utilizzare un inginocchiatoio per pregare offre numerosi benefici per la fede e la preghiera, tra cui l’esperienza di un’autentica comunione con Dio, una maggiore concentrazione durante la preghiera e il rafforzamento della propria devozione. Inoltre, l’inginocchiatoio favorisce l’umiltà, il rispetto e il riconoscimento dell’autorità divina, elementi fondamentali nella vita spirituale di un fedele.
L’inginocchiatoio può offrire sostegno e conforto in diversi momenti della vita spirituale, come durante ritiri spirituali, periodi di discernimento o di meditazione personale. È consigliato a tutte le persone che desiderano approfondire la propria fede e vivere una preghiera più intensa e personale, indipendentemente dalla loro età, esperienza religiosa o condizione sociale.
L’origine dell’inginocchiatoio risale al Medioevo, quando venne introdotto nelle chiese e nei monasteri come strumento per facilitare la preghiera personale e la meditazione. Nel corso dei secoli, santi e figure religiose hanno sottolineato l’importanza della preghiera in ginocchio, come segno di umiltà e devozione. Ad esempio, Santa Teresa d’Avila incoraggiava i fedeli a pregare con fervore e intensità, mentre San Giovanni Paolo II considerava la preghiera in ginocchio come un gesto di adorazione e di totale abbandono alla volontà divina.
sacrarte.it a cura di
Vincenzo Mastrolonardo
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